Italiani in Gran Bretagna dopo la Seconda Guerra Mondiale
Il volume analizza alcuni aspetti dell’emigrazione italiana in Gran Bretagna dopo la Seconda guerra mondiale. Il caso della Gran Bretagna, meta di italiani già molto tempo prima della guerra, è particolarmente significativo, perché una nuova generazione di emigranti, proveniente soprattutto dalle regioni meridionali, si affaccia sul mercato del lavoro inglese, in un periodo in cui sono moltissimi gli emigranti che arrivano da tutto il mondo. Profughi, rifugiati, lavoratori europei a contratto, migranti provenienti dalle colonie si ritrovano a fianco nelle miniere, nelle fabbriche e nelle campagne.
Gli italiani, selezionati dalle aziende interessate direttamente in Italia, si rivelano utili agli occhi degli imprenditori in alcuni settori occupazionali molto particolari, quali la produzione di mattoni nelle fornaci, le fonderie, il lavoro agricolo, le miniere. Il controllo del mercato del lavoro e dell’immigrazione è molto rigido e la presenza degli italiani suscita dibattiti e conflitti con la presa di posizione dei sindacati, delle istituzioni locali e nazionali, dello stesso governo italiano. Nonostante numerosi provvedimenti restrittivi, l’afflusso di emigranti italiani – anche se inferiore a Francia, Belgio e Germania – determina la nascita di insediamenti di lavoratori e lavoratrici a macchia d’olio nel paese, con la diffusione di giornali, associazioni, strutture assistenziali.
Questo viaggio nell’emigrazione italiana in Gran Bretagna – costruito prevalentemente attraverso gli archivi dei ministeri del lavoro italiano e inglese e le fonti di stampa – ci permette di comprendere il peso delle dinamiche politiche ed economiche nei fenomeni migratori e la loro ricaduta su scala locale. Allo stesso tempo, fa luce sulla realtà materiale che vivevano i nuovi emigranti del dopoguerra, dalla selezione al viaggio al lavoro alle iniziative sociali di cui erano protagonisti.
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