Le grandi migrazioni transatlantiche e i racconti italiani del viaggio per mare
Il viaggio “per mare” catalizza, ancor oggi, al pari di quanto accadeva una volta, ogni attenzione, sollecita la fantasia degli osservatori e continua ad insediarsi durevolmente nell’immaginario così colto come popolare: e non si stenta a capirlo per quel tanto di avventuroso, ancor prima che drammatico, che la traversata in sé spesso contiene o racchiude e a cui la nozione della liquidità marina e l’immensità stessa degli oceani sembrano doverla ricollegare in maniera pressoché spontanea. Diventava anche necessità quando, fra la metà dell’Ottocento e gli anni Trenta del secolo successivo, l’approdo era, per i passeggeri di velieri e di piroscafi, l’America e il progetto emigratorio finiva per confondersi col “ sogno” e si convertiva definitivamente in esso. In questo volume si è cercato di condensare il senso di questo fenomeno, prendendo le mosse da ragionamenti condotti sul filo di una macrostoria non del tutto ignota, quella delle migrazioni transatlantiche, colte qui nel loro svolgersi all’incontro con le innovazioni indotte alla grande trasformazione capitalistica coeva e con le esigenze politiche e popolazionistiche dei paesi importatori di manodopera europea, per giustapporvi poi, in un secondo momento, la riflessione specifica e appropriata che suggerisce l’analisi, sia pur corsara, dei testi e dei contesti narrativi in cui il fenomeno si produsse.
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